Nelle mie vene scorre il sangue di chi ha dato la vita per darla a te.
Di chi ti ha difeso, di chi ha sacrificato il proprio coraggio, o ha pianto i propri cari partiti per il fronte e mai tornati.
Di chi ha lottato, alzato la voce e invocato un futuro migliore per i propri figli.
Di chi ha sognato nuovi orizzonti e possibilità. Speranze.
Cose che tu, Italia mia, stai inesorabilmente distruggendo.
Quel sangue, il sangue che è tuo sangue, è oramai vittima di una diaspora sociale prima che culturale, fomentata dal cancro politico (omogeneo, senza colore né parte), dalla stasi e dall'assenza di sicurezza e serenità che ti stanno consumando. Lentamente. Da dentro.
Io Italia, sono un figlio tuo.
Ma tu mi stai scacciando, mi stai allontanando come la natura fa con chi sa che non sopravviverà.
Così mi costringi a partire. Mi inviti ad emigrare in cerca di ciò che non mi sai dare e forse mai riuscirai a darmi. Un lavoro. Una casa. La possibilità di essere felice.
Perdona la mia debolezza, ma non ho la forza di rimanere qui, non ho l'attitudine di lottare contro i tuoi mulini a vento come un rinnovato Don Chisciotte, né posseggo la pazienza di attendere che un nuovo vento cominci a soffiare. Devo vivere.
Scusami ma io vado.
Sono uno che se ne va.
Eppure tornerò. E lo farò per amore, per affetto, per amicizia. E forse per veder realizzato quel barlume di speranza che non smetterò mai di riporre in te.
Ma ora è tempo di andare. Perchè tu, in realtà, mi stai esiliando.
Di chi ti ha difeso, di chi ha sacrificato il proprio coraggio, o ha pianto i propri cari partiti per il fronte e mai tornati.
Di chi ha lottato, alzato la voce e invocato un futuro migliore per i propri figli.
Di chi ha sognato nuovi orizzonti e possibilità. Speranze.
Cose che tu, Italia mia, stai inesorabilmente distruggendo.
Quel sangue, il sangue che è tuo sangue, è oramai vittima di una diaspora sociale prima che culturale, fomentata dal cancro politico (omogeneo, senza colore né parte), dalla stasi e dall'assenza di sicurezza e serenità che ti stanno consumando. Lentamente. Da dentro.
Io Italia, sono un figlio tuo.
Ma tu mi stai scacciando, mi stai allontanando come la natura fa con chi sa che non sopravviverà.
Così mi costringi a partire. Mi inviti ad emigrare in cerca di ciò che non mi sai dare e forse mai riuscirai a darmi. Un lavoro. Una casa. La possibilità di essere felice.
Perdona la mia debolezza, ma non ho la forza di rimanere qui, non ho l'attitudine di lottare contro i tuoi mulini a vento come un rinnovato Don Chisciotte, né posseggo la pazienza di attendere che un nuovo vento cominci a soffiare. Devo vivere.
Scusami ma io vado.
Sono uno che se ne va.
Eppure tornerò. E lo farò per amore, per affetto, per amicizia. E forse per veder realizzato quel barlume di speranza che non smetterò mai di riporre in te.
Ma ora è tempo di andare. Perchè tu, in realtà, mi stai esiliando.
in bocca al lupo itx parti con un valore prezioso che i nostri burattini politicanti non hanno""""LA DIGNITA'""""te lo dice uno che ha 2 giovani figli partiti per cercare un futuro migliore all'estero.ciao
RispondiEliminaIo sono partito tempo fa... e sto pensando seriamente di tornare... visto che in fondo sono ancora giovane...
RispondiEliminadove te ne vai?
RispondiEliminaIo pure sono partito! verso un paradiso fiscale!........... la calabria ! :)
RispondiEliminaAnch'io voglio partire! ç-ç
RispondiEliminasi ma dove vai, di grazia ?
RispondiEliminaNon esiste un eta' per partire. Io avevo (ho ancora) una casa e un lavoro. Ma me ne sono andato lo stesso perche' QUESTA societa' VUOTA mi disgusta e perche' volevo dare una svolta alla mia vita. Un appunto... NON E' COSI' IMPORTANTE LA DESTINAZIONE SE SENTITE DENTRO DI VOI LA NECESSITA' DI CAMBIARE...
RispondiEliminasto lasciando l'italia anche io.mi sono sentito costretto a farlo,il mio addio all'italia ha tutte le motivazioni espresse nelle parole del "saluto alla bandiera".appena arrivato all'estero ho respirato la dignità che da noi ci viene negata.così mi è tornata la voglia di vivere e di impegnarmi per il mio futuro.parlando della mia esperienza con gli amici che ho in italia mi sono accorto che si sono arresi vivono alla deriva,hanno ben poco da perdere ma la rassegnazione si è impadronita della loro vita.gli italiani hanno smesso di lottare.
RispondiEliminaCiao giovane che se ne va... ti saluto da un giovane che ha già fatto tempo ad andare e a tornare... per il futuro si vedrà!
RispondiElimina... non so dove vai ma spero che troverai brava gente ad accoglierti, come io ne trovai in Australia. :-)
Dovrai abituarti a vedere l'Italia con gli occhi del resto del mondo... ossia a incazzarti ogni volta che aprirai la repubblica o il fatto quotidiano...
Buona fortuna!!!
Ciao, il tuo blog si preannuncia parecchio interessante e lo seguirò.
RispondiEliminaPartirò anche io il 1° di Settembre, per studio all'estero.
Marco
Vorrei avere anche io la forza di andarmene
RispondiEliminaSe l Italia non ci merita e' inutile continuarci a stare, fortuna nostra un po per la cucina italia un po perche gli italiani sono da sempre considerati dei sex simbol per style e lingua, non abbiamo nessunissimo problema a varci amare e rispettare all estero, pensate chi per poter viaggiare ha bisogno della visa tutte le volte, siamo fortunati e non ce ne rendiamo conto.
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